domenica 4 gennaio 2015

Racconto n. 12 di Vito Morlino (RaccontAssisi)

Prima del 2005 non ero mai stato pellegrino, né turista ad Assisi. L'occasione si presenta durante le vacanze pasquali di fine marzo 2005. Con i nostri bambini, che si chiamano, guarda caso, Francesco e Giovanni, ci siamo regalati un viaggi ad Assisi, ospiti della comunità delle Suore Francescane Missionarie di Susa. La loro casa "Perfetta Letizia" è sorta attorno ad una piccola chiesa dove San Francesco si prendeva cura dei lebbrosi  poveri e si trova poco lontano dalla Porziuncola. Abbiamo iniziato il nostro viaggio-pellegrinaggio familiare visitando la Chiesetta di Santa Maria degli Angeli, sentendoci avvolti dal manto di Maria e sostenuti dalla preghiera di san Francesco. La curiosità dei bambini si è fermata sulla statua di San Francesco lungo il percorso che porta al Roseto, perché due tortorelle stavano sulla statua e non volavano via. La Porziuncola ci ha aiutati a scoprire la povertà di Francesco. Il secondo giorno abbiamo visitato i luoghi di Santa Chiara e di san Francesco a San Damiano, una vera oasi di pace. E abbiamo potuto comprendere la gioia di Francesco e di Chiara per il Creatore che risplende in tutte le creature. Ma il centro del nostro viaggio è stato, ovviamente, la basilica di San Francesco. Non è possibile narrare lo stupore dello sguardo che si fissava sugli affreschi restaurati dopo il terremoto del 1997. Per i bambini era leggere una grande libro e leggere in parallelo la vita di Gesù e quella di Francesco. L'emozione più forte, però, è stata la preghiera nella cripta. Il silenzio ha sciolto il suo canto e ha suscitato le lacrime. Lì, nella pietra, c'è Francesco. Per tutto il giorno abbiamo camminato sulle strade di Assisi, sembra che il tempo si sia fermato! Abbiamo visitato tutti i luogi di Francesco e di Chiara e di un altro Francesco oggi san Gabriele dell'Addolorata. Grande curiosità ha suscitato la visita alla Chiesa di san Francesco piccolino, sorta sulla casa natale del Santo. Un ricordo particolare è quello di Rivotorto e il Sacro Tugurio. Pensare alla gioia di Francesco e dei suoi amici in quella assoluta povertà ci ha fatto meditare su quanto noi ci fidiamo poco della provvidenza. Il terzo giorno siamo andati all'Eremo delle Carceri. Non poteva esserci momento più bello per concludere il nostro viaggio. Salire sul monte, immergersi nella pace del bosco, sentire il fruscio del vento, sentire il canto degli uccelli, ci faceva venire voglia di sdraiarci a terra come Francesco (così è rappresentato in una scultura proprio nel bosto dell'Eremo) e fissare lo sguardo al cielo. Tutte le chiese di Assisi, in questi giorni di ottava di Pasqua erano belle, pulite, luminose e ricche di fiori e trasmettevano quel messaggio di pace e bene che Francesco ha vissuto e annunciato al mondo. Questi giorno ad Assisi nel 2005 coincidevano con l'agonia del Santo Padre Giovanni Paolo II.  Sono poi tornato di nuovo nel 2012 in occasione del 20 anniversario di matrimonio. Questa volta solo con mia moglie e abbiamo soggiornato presso un B&B vicino al santuario di Rivotorto. E di nuovo abbiamo ripetuto l'esperienza di una città bella e accogliente, gustandone l'estensione anche presso il santo monte della Verna.Di sicuro torneremo ad Assisi ma è mia intenzione di portare un pellegrinaggio. Chi visita Assisi con gli occhi non solo del turista, ma di un cercatore di Dio e della sua pace, porta Assisi nel cuore. Assisi è una città che ti aspetta sempre per parlarti di Francesco e Francesco ti parla di Dio.